Articolo: Convegno Un Ponte tra Università e Mondo del Lavoro per l’Inclusione e la Vita Indipendente – 25 ottobre 2021

Al  Convegno Un Ponte tra Università e Mondo del Lavoro per l’Inclusione e la Vita Indipendente,   promosso  – on line – dalla CNUDD il lunedì 25 ottobre 2021  ( per chi si vuole registrare http://convegnocnudd2021.unifg.it/ ),    Angelo Marra, membro di Ius Team parlerà di Disabilità, lavoro e vita indipendente: quale ruolo per la formazione nelle Università? Viaggio di Andata e Ritorno tra Accademia e mondo del lavoro .

Partendo dalla prospettiva emancipativa e multidisciplinare dei  Disability Studies,  metterà in luce  gli ostacoli che impediscono un efficace passaggio dall’Università al mondo del lavoro quando entra in gioco l’elemento disabilità.

 Il paper mira a rispondere  ad alcuni quesiti, primo fra tutti:

la disabilità è una risorsa?

A quali condizioni può dirsi vero? Ovviamente, ciò implica la necessità di definire la disabilità in relazione al resto degli esseri umani ed, in questa prospettiva, è utile ricordare quanto sia necessario il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa (cfr. Convenzione di New York del 2006,  articolo 3).

Si possono valorizzare  ricercatori con disabilità?  

Per rispondere si darà conto dell’esperienza dell’Osservatorio sui diritti delle persone con Disabilità nella Università Mediterranea di Reggio Calabria evidenziandone  luci, ombre, risultati  della sperimentazione : il Piano Inclusivo di Ateneo, le pubblicazioni, il monitoraggio della Convenzione ONU  e l’impatto sugli studenti con disabilità; le ragioni di successo e le criticità.

Quali sono le criticità dell’inserimento e dell’accesso al lavoro delle persone con disabilità?

– Il collocamento delle categorie protette: limiti. Il problema delle forzature del collocamento mirato. Questo sistema è un disincentivo ad acquisire profili professionali elevati. Non è una condizione “forzabile”. Incentiva l’assunzione della persona con disabilità lievi o lievissime o, addirittura, favorisce i falsi invalidi.

– I concorsi pubblici e le disabilità: tempi, logistica, modalità di svolgimento delle prove, dipendenza da terzi, discriminazioni visibili ed invisibili

– Il contrasto alle discriminazioni: i pregi ed i limiti dell’accomodamento ragionevole (chi deve essere accomodante e chi ragionevole?)

 Cosa è necessario fare? In breve: adattare i tempi del lavoro, adattare gli spazi, sperimentare strade nuove e fare tesoro delle sperimentazioni, abbandonare la logica dei servizi “dedicati”, (forse) aprire il collocamento dei lavoratori con disabilità alle funzioni dirigenziali? Infine, praticare l’inclusione e non limitarsi a teorizzarla.

Cosa abbiamo imparato dalla Pandemia?

Opportunità (e limiti) del lavoro remoto e evidenze del fatto che il lavoro richiede al lavoratore di adattarsi e l’organizzazione sociale tende ad omologare le prestazioni ed i prestatori e questo modello è messo in discussione dal lavoratore con disabilità.

Infine, cosa possono fare gli Atenei?

-Sperimentazioni “aperte” per la vita indipendente

-Orientamento

-Impiegare docenti con disabilità

-Con la terza missione: incubatore sperimentale che consenta ai laureati di  capire cosa sanno, vogliono e possono davvero fare

-Creare una cultura sulla disabilità che elimini lo stigma, i fattori disabilitanti ed i pregiudizi.

 -Praticare i Disability Studies in modo interdisciplinare e inserendo nei processi di ricerca le persone con disabilità. Mettere in luce i limiti dell’attuale organizzazione sociale e dell’esperienza lavorativa, ponendo in discussione l’organizzazione del lavoro nelle nostre comunità, non solo per le persone con disabilità ma per tutti i lavoratori.

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