In una tragedia come quella di Palermo, dove una bimba di 10 anni è morta, forse a seguito di un tremendo “gioco” su TikTok, la voglia di inserirsi in un dibattito fra sordi pieno di populismo e pregiudizi, gonfiato dalla ricerca di visibilità e impestato da spudorato sciacallaggio, è proprio poca, molto vicina allo zero.
La perdita di un’anima così piccola e innocente, che è volata in cielo davanti a tutti noi, dovrebbe farci fermare e riflettere nel dolore. Invece, dilagano immondi dei battibecchi fra politici, si sprecano le solite polarizzazioni per acchiappare consensi, e scorre in rete uno squallido e sfrenato cinismo pieno di curiosità morbosa. Divulgati oscenamente in rete i particolari della tragedia, assistiamo a proposte risolutive idiote, che prevedono di identificare l’accesso degli utenti tramite SPID. Qualcuno, addirittura, giunge a veri e propri anatemi, chiedendo il divieto di vendere gli smartphone ai minori.
Sono idee che non meritano di essere commentate, perché alle grida demenziali dovrebbero sostituirsi il silenzio e le lacrime.
A tutto il chiacchiericcio s’è aggiunto il provvedimento n. 20 del 22 gennaio 2021, con il quale l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha disposto “ la misura della limitazione provvisoria del trattamento, vietando l’ulteriore trattamento dei dati degli utenti che si trovano sul territorio italiano per i quali non vi sia assoluta certezza dell’età”.
Leggiamo sui media che questo nostro impavido difensore avrebbe mostrato i denti al social-network cinese bloccandone l’attività. Sarebbe infatti TikTok il lupo cattivo, così cattivo da non avere adeguatamente escluso l’accesso dei minori controllandone l’età ed avere implicitamente permesso il verificarsi della tragedia.
Come se questo, ammesso che fosse vero, ci potesse lavare la coscienza.
Tutto a posto dunque? Neanche un po’.
In realtà il provvedimento é ben diverso da come descritto e non ha avuto alcun effetto di blocco immediato, né avrebbe potuto averlo per ragioni tecniche, come chiaramente spiegato in questo articolo:
https://www.ilpost.it/2021/01/26/tiktok-garante-privacy-minori/#:~:text=Il%20Garante%20ha%20accusato%20TikTok,personali%2C%20decisa%20dalla%20legge%20italiana.
Sul social la vita di oggi è continuata come quella di ieri: i minorenni hanno continuato ad iscriversi e a scrollare, perché sanno che è sufficiente dichiarare un’età “compatibile” con il regolamento e non esistono disposizioni normative capaci di imporre forme di controllo alle piattaforme on line sovranazionali.
Povera piccola, povero amore, perdonaci da lassù, perdona noi piccoli uomini che reagiamo così stupidamente, così incapaci di comprendere il dolore e lo sgomento, forse perché la tragedia è troppo grande per essere accettata e razionalizzata e ci dobbiamo inventare qualcosa per distrarci o minimizzarla.
Perdona anche quelli che, non richiesti, hanno perso l’occasione di stare zitti nel dolore e nella sobrietà con le loro opinioni non richieste e le loro ricette miracolose da piazzisti.
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Articolo: Fermarsi e riflettere.
In una tragedia come quella di Palermo, dove una bimba di 10 anni è morta, forse a seguito di un tremendo “gioco” su TikTok, la voglia di inserirsi in un dibattito fra sordi pieno di populismo e pregiudizi, gonfiato dalla ricerca di visibilità e impestato da spudorato sciacallaggio, è proprio poca, molto vicina allo zero.
La perdita di un’anima così piccola e innocente, che è volata in cielo davanti a tutti noi, dovrebbe farci fermare e riflettere nel dolore. Invece, dilagano immondi dei battibecchi fra politici, si sprecano le solite polarizzazioni per acchiappare consensi, e scorre in rete uno squallido e sfrenato cinismo pieno di curiosità morbosa. Divulgati oscenamente in rete i particolari della tragedia, assistiamo a proposte risolutive idiote, che prevedono di identificare l’accesso degli utenti tramite SPID. Qualcuno, addirittura, giunge a veri e propri anatemi, chiedendo il divieto di vendere gli smartphone ai minori.
Sono idee che non meritano di essere commentate, perché alle grida demenziali dovrebbero sostituirsi il silenzio e le lacrime.
A tutto il chiacchiericcio s’è aggiunto il provvedimento n. 20 del 22 gennaio 2021, con il quale l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha disposto “ la misura della limitazione provvisoria del trattamento, vietando l’ulteriore trattamento dei dati degli utenti che si trovano sul territorio italiano per i quali non vi sia assoluta certezza dell’età”.
Leggiamo sui media che questo nostro impavido difensore avrebbe mostrato i denti al social-network cinese bloccandone l’attività. Sarebbe infatti TikTok il lupo cattivo, così cattivo da non avere adeguatamente escluso l’accesso dei minori controllandone l’età ed avere implicitamente permesso il verificarsi della tragedia.
Come se questo, ammesso che fosse vero, ci potesse lavare la coscienza.
Tutto a posto dunque? Neanche un po’.
In realtà il provvedimento é ben diverso da come descritto e non ha avuto alcun effetto di blocco immediato, né avrebbe potuto averlo per ragioni tecniche, come chiaramente spiegato in questo articolo:
https://www.ilpost.it/2021/01/26/tiktok-garante-privacy-minori/#:~:text=Il%20Garante%20ha%20accusato%20TikTok,personali%2C%20decisa%20dalla%20legge%20italiana.
Sul social la vita di oggi è continuata come quella di ieri: i minorenni hanno continuato ad iscriversi e a scrollare, perché sanno che è sufficiente dichiarare un’età “compatibile” con il regolamento e non esistono disposizioni normative capaci di imporre forme di controllo alle piattaforme on line sovranazionali.
Povera piccola, povero amore, perdonaci da lassù, perdona noi piccoli uomini che reagiamo così stupidamente, così incapaci di comprendere il dolore e lo sgomento, forse perché la tragedia è troppo grande per essere accettata e razionalizzata e ci dobbiamo inventare qualcosa per distrarci o minimizzarla.
Perdona anche quelli che, non richiesti, hanno perso l’occasione di stare zitti nel dolore e nella sobrietà con le loro opinioni non richieste e le loro ricette miracolose da piazzisti.
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